Percorro l'impervia salita che conduce al castello. Mi aggiro tra le mura: innanzi a me l'arco...... Evoco i fantasmi della memoria e mi proietto
Tra le antiche vestigia
Di Ecetra. D'improvviso mi assale il fragore Delle temerarie lance,
Che riecheggia sulla bianca, nuda roccia...... Mi abbagliano poi le rosse lingue di fuoco Del nemico aggressore;
Assalgono le mura del castello che, Quasi impavide sentinelle, resistono A difesa delle antiche glorie.
Domenica 27 febbraio 1994
Insieme ad un mio amico torno sui miei passi e sui miei pensieri: dinanzi a me l'arco "segno imprevisto", mi volto; dietro me, portali di quotidiana dimora catturano tiepidi i raggi di sole imprigionandoli tra gli stemmi di famose casate... Qual è la gloria? Il passato di famose gesta o l'operosa ricerca quotidiana di una rinnovata pace degli animi? L'arco si erge tra l'antico e il nuovo, è la chiave di volta del ponte che unisce passato e presente, separa ma non chiude l'orizzonte.
Fausto Roma ha decorato la ex Sala Consiliare del Municipio con quattro pannelli che richiamano le memorie storiche locali legati alla città volsca di Ecetra (di cui Morolo potrebbe essere stata la sede originaria) e alla sua distruzione ad opera delle legioni romane. I pannelli, realizzati con tecnica mista su muro, corrono lungo le pareti a ridosso del soffitto. Nel primo pannello compare l'iscrizione ECETRA; nel mezzo e ai lati si riconoscono elmi e lance di legionari Romani. Nel secondo pannello merli a coda di rondine ricordano l'antico castello medievale di Morolo; nel terzo le truppe avanzanti ricordano la distruzione del paese da parte di Giovanni de Ceccano avvenuta il 16 luglio 1216. Gli archi, con chiave in evidenza, tipica decorazione architettonica dei portali delle case morolane, simboleggiano la successiva ricostruzione. Il quarto pannello è dedicato a Ernesto Biondi.
