Tra archi e merli
vola la figura del merlo
ombra poggiata sopra pietre antiche
gioiose d’eterna compostezza di pietra e ferro
nell’aria mista del remoto respiro e mistero
il gioco quotidiano del bambino adulto
è stupito e divertito dal ritmo meccanico
di soluzioni adulte
tra le violette asciutte di solitudine
aspettando mezzogiorni estivi di colore mediterraneo sottratti alla vecchia con lo scialle nero
che rotto i muri del vecchio maniero
gira il mondo giocando tra nord e sud,
tra il cerchio e cerchi, curve e tubi aperti
giocando con Calder.
(Artista-operaio inventivo e colorato)
I ritmi rompono altri spazi tenuti nascosti
da meditati pensieri.
Spezzati robot si impastano con colore di pace
trattati sul ferro, che nascono dal silenzio e dalla forma. Racconta la vecchia con lo scialle nero
che il cerchio ed i cerchi e le curve
sono infinite, uniscono Morolo e Besalù
come l’arcobaleno, volare è la cosa più facile che ci sia sul rosso e l’azzurro del cielo
preparato con cura per riempirsi di stelle
rinate dal gioco del bambino adulto divertito
tra i soliti vicoli di rose.
Vincenzo Ludovici ha posto la sua scultura (in ferro verniciato, alta cm 300) all’interno di un piccolo giardino attrezzato con giochi per bambini, presso vicolo Scosceso. Si sviluppa in curve e cerchi snodati verso l’esterno e dà l’idea di un gioco tra i giochi, utilizzabile dai bambini per acrobazie e arrampicate. L'ispirazione, come afferma lo stesso artista, è tratta da Calder, lo scultore che amava costruire “giocattoli mobili” con elementi di ferro, come un operaio meccanico che trasforma i suoi strumenti di lavoro in arte e gioco. Il ferro assume forme morbide e biomorfiche, come in Arp, probabilmente un altro importante punti di riferimento di Ludovici.
