Il Monumento naturale “Valle Sant’Angelo” è stato istituito con Decreto del Presidente della Regione Lazio del 29 gennaio 2021 e rappresenta un primo importante passo verso la completa valorizzazione e conservazione delle specie floro-faunistiche presenti sul posto.
L’area inclusa all’interno del Monumento naturale include 139,637 ettari e si trova sul versante orientale dei Monti Lepini. Include l’alto corso del bacino di Fosso di Sant’Angelo di portata molto limitata. Le quote variano da un minimo di circa 450 m s.l.m. nelle vicinanze del paese a 1250m s.l.m.
L’annessione di questa area all’interno dei 22 monumenti naturali della Regione Lazio è dovuta alla sua biodiversità: infatti su questo territorio, ricoperto in gran parte da foreste di leccio, carpino nero e frassino, vivono specie rare come il falco pellegrino e, con molta probabilità, il corvo imperiale. Dopo molti anni qui è tornata a nidificare l’aquila reale. Nel sottobosco nascono diverse specie floristiche e sono state registrate circa 300 specie di orchidea spontanea, di ciclamino e la rarissima campanula reatina.
Il sito riveste una notevole importanza anche dal punto di vista geomorfologico: sono presenti stratificazioni rupestri che rimandano a epoche antichissime.
Il monumento naturale è accessibile grazie a due percorsi: il primo inizia dal centro storico di Morolo, l’altro sale dalla Strada provinciale di accesso a Morolo. Entrambi permettono di raggiungere il sito in circa 2 ore. Lungo il primo sentiero è già presente la segnaletica. Inoltre in località Pozzo Paoluccio è presente un fontanile di acqua potabile che permette il rifornimento e il ristoro agli escursionisti. Un ulteriore punto d’acqua è presente in prossimità della Cesa de Vena, dove è stato costruito un secondo abbeveratoio rifornito con l’acqua proveniente dalla sorgente Sant’Antone. Inoltre nella zona di Fosso di Vitellino, località le Rotti, vi si trova un’area pic-nic con panche e tavoli. Proseguendo la mulattiera si arriva fino al passo della Patena e dopo una breve salita si giunge alla grotta di Sant’Angelo.
All’interno della grotta si trova una sorgente di acqua limpidissima che, si dice, favorisca la discesa del latte nelle puerpere. La storia della grotta è strettamente legata al culto di San Michele Arcangelo che sarebbe passato in quel luogo con il suo cavallo; l’animale, cadendo, avrebbe sbattuto il muso sulla roccia e avrebbe scavato la cavità in cui oggi sorge l’acqua. Accanto alla grotta sorge l’Eremo di Sant’Angelo: si tratta di una chiesa rupestre risalente al VI secolo d.C. Di questa antica chiesetta oggi si conservano solo tracce di pitture parietali e le pareti esterne dell’antico edificio medievale.
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