A Morolo è nato Ernesto Biondi il 30 Gennaio 1855; trasferitosi all’ età di 15 anni a Roma per compiere gli studi, si iscrisse all’ Accademia di San Luca ove insegnava scultura il toscano Girolamo Masini. Ben presto però il Biondi si stancò dell’Accademia e si adattò ai lavori più disparati: vignettista per i giornali, intarsiatore, incisore, pittore.

Il monumento dei caduti della grande guerra del 1915 – 1918 è posizionato in una piccola oasi rupestre ai piedi delle mura antiche del castello. Come nessun altro monumento, se non pochi hanno tale riservatezza; lì si può meditare con attenzione ciò che veramente rappresenta tale architettura e scultura commemorativa. L’area verde è recintata e ci si accede tramite una scala e un cancello.

 

Il Monumento naturale “Valle Sant’Angelo” è stato istituito con Decreto del Presidente della Regione Lazio del 29 gennaio 2021 e rappresenta un primo importante passo verso la completa valorizzazione e conservazione delle specie floro-faunistiche presenti sul posto.

La montagna di Morolo che fa parte de versante orientale del Monti Lepini si compone di tre itinerari naturalistici principali che portano a punti di osservazione paesaggistica e alla scoperta di perle floro-faunistiche inserite all'interno dell'ambiente circostante. 

La catena dei Lepini è caratterizzata soprattutto nelle zone più elevate da evidenti fenomini carsici che si manifestano in superficie con doline di dimensione variabile, ampie depressioni, grotte, voragini e inghiottitoi. L'origine risale al Mesozoico: la sedimentazione di rudiste, coralli e alghe unitamente allo sprofondamento del mare ha dato origine alla catena montuosa così come appare oggi. Proprio per la loro natura carsica i Monti Lepini non presentano una rete idrografica superficiale, ma le acque piovane si infiltrano nei terreno permeabili e vanno ad alimentare una falda in profondità. 

Nel centro storico di Morolo sono dislocate opere di arte contemporanea realizzate nel 1994 nel corso del decimo “Incontro Giovani Artisti” dedicato a “Lo spazio evocato”. Per l’occasione è stato effettuato un gemellaggio con la cittadina catalana di Besalù in accordo con l’Amministrazione provinciale e comunale. Le opere sono il frutto dell’estro artistico di giovani italiani e catalani. L’obiettivo era quello di realizzare una mostra permanente a cielo aperto, che fosse fruibile da tutti i cittadini senza doversi recare nei luoghi espositivi canonici. Molte delle opere sono ancora presenti e ben visibili tra i vicoli e nelle piazze e sono diventate parte integrante del tessuto urbano di Morolo.

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